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Omega-3 marini vs vegetali: quali differenze?

La famiglia degli omega-3, categoria di molecole con funzione antinfiammatoria, è altamente eterogenea e comprende l’acido alfa-linolenico (ALA), nonché l’unico precursore che, per mezzo degli enzimi delle desaturasi e dell’elongasi, dà vita ai due metaboliti, l’acido eicosapentaenoico (EPA) e l’acido docosaesaenoico (DHA). Nonostante appartengano alla stessa cascata e contribuiscano tutti alla produzione di eicosanoidi, i trombossani, le prostaglandine e le prostacicline, le fonti alimentari da cui derivano sono differenti; l’ALA può derivare soltanto da alimenti di origine vegetale, come i gherigli delle noci, l’olio di semi di lino, di canapa sativa, di chia e di sesamo. È importante sapere che questo nutriente non può derivare da altre fonti, soprattutto animali!

ALA: un acido grasso ESSENZIALE per la vita

L’ALA è un acido grasso essenziale, non sintetizzabile dall’organismo umano e introducibile soltanto per via esogena, mediante l’alimentazione. È un prodotto sicuro, privo di effetti collaterali e di interazioni farmacologiche; per questo motivo, può essere somministrato in tutte le categorie di pazienti, anche in quelli considerati fragili (bambini, adolescenti, donne in gravidanza ed in allattamento, pazienti anziani e politrattati). Interviene direttamente nella cascata antinfiammatoria, ma in che modo? Agisce inibendo tutte le molecole pro-infiammatorie, quali citochine e chemochine (IL-6, MAC-3 e VCAM-1), riducendo così il rischio anche di malattie cardiovascolari. L’EFSA nel 2009 ha approvato un claim a tal proposito: l’ALA contribuisce a mantenere i normali livelli di colesterolo nel sangue (EFSA Journal 2009; 7(9):1252). Tramite questa affermazione, si conferisce all’acido alfa-linolenico l’effetto ipocolesterolemizzante. A differenza di EPA e DHA, l’ALA ha una buona compliance, poiché gli integratori a base di questo attivo non provocano reflusso e non hanno retrogusto. Un ultimo aspetto, ma non meno importante degli altri, riguarda l’ecosostenibilità ambientale: oggigiorno, purtroppo, l’ecosistema marino  è sempre più inquinato da metalli pesanti come piombo, cadmio, mercurio e cromo. Inevitabilmente, soprattutto nelle aree portuali, le specie marine che vi “sostano” ingeriscono queste sostanze dannose, che finiscono poi negli integratori a base di omega-3 di origine animale che vengono consumati a scopo preventivo. Data l’origine vegetale, è abbastanza immediato comprendere come si bypassi il problema della contaminazione da metalli pesanti e si stia andando sempre più rapidamente nella direzione di una medicina “green”, sostenibile per l’ambiente.

Quali sono, quindi, le differenze tra ALA, EPA e DHA?

EPA e DHA

Avanzando nella cascata antinfiammatoria, troviamo EPA e DHA. Si tratta di due metaboliti sintetizzabili dall’organismo, derivati dall’ ALA, perciò non essenziali per la vita. Essi derivano prevalentemente dall’animale, soprattutto dal salmone, dall’aringa, dallo sgombro e dal tonno, tutte specie marine sempre più contaminate da metalli pesanti e sostanze pericolose per la salute dell’uomo. A differenza dell’ALA, EPA e DHA, in caso di sovradosaggio o di co-somministrazione di terapia farmacologica, possono indurre effetti collaterali significativi, primo tra tutti un elevato rischio emorragico, talvolta potenziato dalla somministrazione simultanea con un anticoagulante orale. L’origine animale conferisce un retrogusto sgradevole, associato, talvolta, a ritorno e reflusso dopo l’ingestione. Dal punto di vista terapeutico, infine, EPA e DHA sono funzionali all’abbassamento di elevati livelli di trigliceridi nel sangue (EFSA Journal 2009; 7(9):1263).