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Omega-3 nei soggetti vegani

Studi recenti provenienti dall’American Journal of Clinical Nutrition testimoniano che vegetariani e vegani provvedono autonomamente alle proprie necessità di acidi grassi essenziali omega-3 a lunga catena, ricavandoli da fonti di origine vegetale, senza dover necessariamente inserire nella propria alimentazione il pesce. Tali grassi sono fondamentali per il buon funzionamento dei meccanismi metabolici. C’è, quindi, uno stretto legame tra gli omega-3 e i soggetti vegani.

Gli unici acidi grassi essenziali sono l’acido linoleico (LA, appartenente alla serie omega-6)  e l’acido alfa-linolenico (ALA, appartenente alla serie omega-3); si tratta di elementi essenziali che il nostro corpo non è in grado di produrre autonomamente, ma può introdurli solo con l’alimentazione.

L’acido alfa-linolenico, in particolare, precursore degli acidi grassi omega-3 a lunga catena, una volta introdotto con la dieta, viene metabolizzato in EPA e DHA, acidi grassi coinvolti nella formazione delle membrane cellulari, lo sviluppo e il funzionamento del sistema nervoso periferico e la produzione di eicosanoidi, fondamentali nella regolazione della pressione arteriosa, della risposta immunitaria ed infiammatoria.

È già noto da tempo che gli omega-3 si possono ricavare molto più facilmente da fonti vegetali, come semi di lino e di chia, olio di lino e noci, piuttosto che dal pesce, il quale ne contiene decisamente meno di quanto si crede.

Omega-3 e soggetti vegani, l’accoppiata vincente: dallo studio prima citato, risulta che nei soggetti che seguono un regime alimentare vegano o vegetariano c’è un’efficienza di conversione in acidi grassi omega-3 a lunga catena significativamente maggiore rispetto a coloro che consumano abitudinariamente pesce. Si tratta di un dato importante, mirato a preservare e salvaguardare le specie marine selvatiche che sono destinate all’estinzione negli anni a seguire.