Alfalife > Storie di Alfalife > Over 60 > Le malattie cardiovascolari

Le malattie cardiovascolari: come limitarle?

Le malattie cardiovascolari (Cardiovascular Diseases, CVDs) sono un gruppo di patologie a carico del cuore e del sistema circolatorio e rappresentano un importante problema di sanità pubblica a causa delle dimensioni epidemiologiche e dell’impatto socioeconomico. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) annovera nella Classificazione statistica internazionale delle malattie e dei problemi sanitari correlati (nota come ICD, International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems), all’interno della sezione XI, l’ipertensione arteriosa, le cardiopatie ischemiche (angina pectoris e infarto acuto del miocardio) e le malattie cerebrovascolari (ictus ischemico, emorragico ed emorragia intracranica).

Secondo i dati del Global Health Observatory (GHO), le malattie cardiovascolari hanno causato 15,2 milioni di decessi nel 2016 e rappresentano le principali cause di morte a livello globale degli ultimi 15 anni. Anche analizzando i dati ISTAT del 2017, le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte nel nostro Paese, provocando il 35,8% dei decessi totali.

I dati delle CVDs

La percentuale di morti premature da CVD varia dal 4% nei paesi ad alto reddito (HIC, High Income Countries) al 42% nei paesi a medio-basso reddito (LMIC, Low and Middle Income Countries), determinando crescenti disuguaglianze nell’insorgenza e negli esiti delle CVD tra paesi e popolazioni. Infatti, la prevalenza dei fattori di rischio cardio-cerebrovascolare risulta maggiore nelle persone con livello di istruzione più basso, rispetto a quelle con livello di istruzione più elevato. Inoltre, i tassi di prevalenza di mortalità̀ per CVD variano notevolmente in funzione dell’area geografica considerata: sono maggiori nell’Europa dell’Est e in Asia, inferiori nell’Europa della zona mediterranea, soprattutto in Francia, Spagna e Italia.

Analizzando la specificità di genere, emergono dati interessanti nell’ambito del progetto CUORE, che ha previsto l’arruolamento di 21.000 uomini e donne con età compresa tra i 35 e i 74 anni, riguardo la prevalenza (intesa come frequenza di una malattia all’interno di una popolazione): l’infarto del miocardio colpisce in modo maggiore gli uomini (2,7%) rispetto alle donne (0,6%) ma l’angina pectoris, al contrario, vede una prevalenza superiore nelle donne (4,6%), rispetto agli uomini (3,4%). La letalità dell’evento è elevata in entrambi i casi, 32% negli uomini e 35% nelle donne, e cresce in modo importante con l’avanzare dell’età.

In Italia, si assiste ad un trend di diminuzione delle ospedalizzazioni per eventi cerebrovascolari negli ultimi anni, che si attestava intorno al 15% tra il 2011 e il 2016.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità, dopo aver osservato che la maggior parte dei decessi dovuti a malattie croniche non trasmissibili sono premature e potrebbero essere limitate in quanto legate a fattori di rischio comuni e modificabili, ha deciso di adottare il piano di azione OMS globale per la prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili 2013-2020.

Affinché ciò sia possibile, le strategie messe in atto devono comprendere il contrasto al tabagismo, la riduzione del consumo di sale nell’alimentazione, l’aumento dell’attività fisica, l’individuazione e il trattamento precoce di persone ad alto rischio e l’irrobustimento dell’assistenza primaria.

Il sesto obiettivo del Piano di azione globale per le MNT (malattie non trasmissibili) riguarda la riduzione del 25% della prevalenza dell’aumento della pressione sanguigna, che è il principale fattore di rischio per le malattie cardiovascolari. La prevalenza dell’aumento della pressione sanguigna (definita superiore o uguale a 140/90 mmHg) negli adulti con età maggiore di 18 anni, era del 20,1% nelle donne e del 24,1% negli uomini.

Per prevenire l’insorgenza di eventi cardiovascolari, ma soprattutto monitorare il processo aterosclerotico, è fondamentale agire attraverso la riduzione dei fattori di rischio ad esso associati.