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La steatosi epatica

La “steatosi epatica” è una patologia causata da un accumulo e successivo deposito di grassi, più precisamente trigliceridi, nel fegato. Per una diagnosi certa, la quantità di acidi grassi nel fegato deve essere superiore al 5% dell’intero peso del fegato stesso. Attualmente, i dati epidemiologici sono alquanto preoccupanti; si stima che, in Italia, circa 1/4 della popolazione adulta, compresa tra i 18 e i 65 anni d’età, ne sia affetta. L’incidenza aumenta nel mondo occidentale, con una prevalenza nella popolazione generale del 24-25% circa.

Cause più frequenti

Tra le principali cause correlate all’insorgenza della steatosi si annoverano una dieta particolarmente grassa, soprattutto a base di grassi insaturi di origine animale, malattie endocrino-metaboliche quali il diabete mellito di tipo II e dislipidemie, cause iatrogene e, in alcune forme particolari, un eccessivo consumo di alcol. Qualora questi fattori di rischio non venissero rimossi, la patologia epatica potrebbe progredire: in un primo momento, il fegato potrebbe dare infiammazione a causa dell’accumulo di grassi determinando la fibrosi e, successivamente, evolvere in cirrosi, condizione irreversibile al quale il trapianto può essere una soluzione.

Come accorgersi di avere la steatosi epatica?

Sicuramente, la steatosi epatica è una condizione patologica silente, talvolta priva di sintomi. È necessario, quindi, effettuare esami emato-chimici che permettono di tenere monitorata la situazione epatica; a tal proposito, valori ematici come il rialzo degli indici delle transaminasi (ALT e AST) e del profilo metabolico (colesterolo totale, LDL, HDL, glicemia a digiuno e trigliceridi) sono utili per effettuare una diagnosi più accurata. La steatosi è comunque considerata una possibile patologia evolutiva a decorso lento, che non necessita di provvedimenti urgenti, ma, allo stesso tempo, non può essere sottovalutata.

Come ridurre il rischio di progressione?

Ad oggi, sono in fase di sperimentazione numerose terapie mediche che potrebbero, in un qualche modo, favorire la regressione del quadro della steatosi. L’approccio dietetico, però, è quello sicuramente più efficace; la dieta mediterranea è un ottimo strumento preventivo, ricca di fibre e acidi grassi polinsaturi di origine vegetale, quale l’acido alfa-linolenico. L’astensione da bevande alcoliche e una regolare attività fisica quotidiana sono considerati altrettanto utili. L’aderenza a lungo termine di questi accorgimenti potrebbe ridurre gradualmente il grado di steatosi e fibrosi, evitando l’evoluzione della malattia e inducendo delle complicanze irreversibili.