Secondo i dati della Ipsos Global Health Service Monitor 2023, l’Italia ed il Giappone hanno la più bassa percentuale di soggetti che vivono in condizione di pieno benessere mentale. L’articolo parla chiaro: riguardo la salute mentale, gli Italiani sono tra i meno felici al mondo. Tra i soggetti più colpiti rientrano le donne ed i giovani, per cause differenti; le prime per una discriminazione di genere, che risente di retaggi molto radicati nel tempo, ed i secondi per il momento storico in cui ci troviamo. Viviamo in una società sempre più individualista, decisamente peggiorata durante il periodo della pandemia. I giovani e gli adolescenti sono, per certi aspetti, stati abbandonati, il che ha alimentato una situazione di profonda solitudine, sfociata, poi, in disturbi dell’umore, del comportamento ed episodi depressivi.
Panorama europeo
Guardando il panorama europeo, ci si rende conto che, già pre-pandemia, lo scenario era molto preoccupante: le stime riferiscono di circa 84 milioni di persone, rapporto 1:6, affette da un disturbo mentale. Inoltre, sono state individuate circa 170mila morti/anno per malattie mentali o suicidio. Questo dato è veramente drammatico: la salute mentale si posiziona così al quinto posto tra le malattie più comuni e al secondo posto tra le più invalidanti, rappresentando il 15% del carico di disabilità europea.
Patologie mentali più diffuse
Rispetto al 2022, i dati relativi alla salute mentale sono drasticamente peggiorati: il 18% (+20% rispetto al 2022) degli italiani dichiara di non vivere uno stato di completo benessere, a causa di stress prolungato e di una condizione di disagio mentale (circa il 56% degli italiani). Tra le patologie mentali più diffuse spopolano sicuramente l’ansia, con 5529 casi/100.000 abitanti e la depressione con 4367 casi/100.000 abitanti, seguiti da disturbo bipolare, autismo e schizofrenia. Oltre il 60% della popolazione italiana si rivolge a specialisti per una diagnosi di malattie e disturbi mentali; la Società Italiana di Psichiatria (Sip) afferma che, nel 2023, rispetto all’anno precedente, c’è stato un incremento delle diagnosi del 30%, come indicato anche dall’OMS. Addirittura, la prevalenza di disturbi mentali sta per superare quella delle patologie cardiovascolari.
Nonostante tuti i dati presentati destino preoccupazione e dovrebbero far ampiamente riflettere, la società odierna è ancora ben lontana dal considerare i disturbi mentali come vere e proprie patologie, poiché non sempre prevedono un coinvolgimento biologico-funzionale. Disconoscerle significa, non solo rinunciare alla terapia, ma anche all’adozione di strategie preventive che, se attuate in tempo, possono evitare la manifestazione di sintomi significativi e, in qualche modo, impattanti sulla vita del paziente.
In conclusione, è importante sottolineare che i dati del 2023 considerano gli italiano come tra i più insoddisfatti per l’accesso ai servizi per la salute e per il benessere mentali.