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Acido alfa-linolenico e salute mentale

Acido alfa-linolenico e salute mentale

Il cervello è uno degli organi con il più alto contenuto di lipidi, in maniera particolare, di acidi grassi. Gli acidi grassi della serie omeg-3, quali l’acido alfa-linolenico (ALA), sono sostanze nutritive presenti sia costitutivamente che funzionalmente nel cervello, componendo il 50% della sostanza grigia. Sono stati condotti numerosi esperimenti per poter effettivamente verificare gli effetti causati dalla mancanza di questo nutriente nella dieta ed è stato visto che buoni livelli di acidi grassi della serie omega-3, tra cui l’ALA, impattano positivamente sulle capacità visive, neurologiche e intellettuali.

Quindi, c’è qualche correlazione tra l’acido alfa-linolenico e salute mentale? Buoni livelli di ALA, ad esempio, sono un fattore protettivo contro lo stress, agendo come regolatore dell’umore; svolgono un ruolo nella prevenzione di alcuni disturbi, tra cui la depressione, soprattutto post-partum, la demenza e il morbo di Alzheimer. Studi recenti si sono focalizzati sull’efficacia dell’ALA nella depressione maggiore e nel disturbo bipolare, oltre che nella malattia maniaco-depressiva.

È stato, addirittura, suggerito, che l’intervento degli omega-3 possa essere efficace nella dislessia, nell’autismo e nella schizofrenia, ma sicuramente sono necessari altri studi per poter definire con certezza il loro utilizzo.

ALA e psicosi

Trial clinici recenti hanno testato l’efficacia degli acidi grassi polinsaturi, in modo particolare dell’ALA, su pazienti ad alto rischio di psicosi, i quali hanno dimostrato di avere deficit altamente significativi nella membrana eritrocitaria. Questi risultati sono coerenti con l’idea che, livelli elevati di ALA in questi pazienti potrebbero indicare una riduzione della possibilità di insorgenza del disturbo mentale vero e proprio. (Predictors of treatment response in young people at ultra-high risk for psychosis who received long-chain omega-3 fatty acids. Amminger et al, 2015)

ALA e cognitività

Il consistente aumento dell’aspettativa di vita ha fortemente aumentato l’impatto delle malattie neurodegenerative età-correlate. Oltre 55 milioni di persone sono affette da demenza, con 150 milioni di casi previsti entro il 2050. Ad oggi, nonostante il progresso farmacologico, non esistono terapie efficaci per curare il deterioramento cognitivo; quindi, è importante agire tramite una sana alimentazione. La dieta occidentale, caratterizzata da un elevato apporto di acidi grassi trans e saturi, zuccheri raffinati, sale e alimenti ultra-processati, si è visto essere collegata ad un aumento del rischio di demenza. Al contrario, l’adesione ad una dieta a base vegetale come quella mediterranea, ricca di acidi grassi polinsaturi, tra cui quello alfa-linolenico, fibre e polifenoli, è associata ad un minor rischio di declino cognitivo legato all’età. In modo particolare, è stata osservata una relazione importante tra livelli aumentati di ALA e riduzione del rischio di deterioramento cognitivo. ALA, infatti, si è dimostrato capace di migliorare l’apprendimento, la memoria semantica, spaziale e a breve termine negli anziani.  (Dietary fats and cognitive status in Italian middle-old adults. Currenti et al, 2023)

ALA e SLA (sclerosi laterale amiotrofica)

Proprio perché gli acidi grassi polinsaturi hanno effetti neuroprotettivi e antinfiammatori, potrebbero essere utili nella SLA. Un articolo recente, di luglio 2023, ha esaminato il profilo degli acidi grassi dei partecipanti ed è stato osservato che livelli più elevati di ALA sono stati associati ad una sopravvivenza più longeva e ad un declino funzionale più lento nei pazienti affetti da SLA. Questo suggerisce che l’ALA potrebbe avere un effetto favorevole sulla progressione della malattia nei pazienti affetti da questa patologia (Association of polyunsaturated fatty acids and clinical progression in patients with ALS. Bjornevik et al, 2023)