Il consumo di pesce è considerato e promosso come il miglior modo per assumere gli acidi grassi polinsaturi della serie omega-3 tramite la dieta.
Quali sono i reali benefici di tale assunzione?
Il consumo di pesce, infatti, costituisce un’esposizione significativa a metalli pesanti, come il mercurio, e ad altri contaminanti ed è spesso oggetto di consulenze governative sui rischi per la salute. Il problema di questi inquinanti è che si accumulano nel nostro organismo durante tutta la nostra vita senza essere eliminati: provocano gravi conseguenze tra cui danni al fegato, disturbi del sistema immunitario e uno sviluppo cerebrale anomalo. Quindi, anche se l’esposizione è limitata a un breve periodo, il potenziale rischio può durare una vita.
L’esposizione al mercurio, ad esempio, è correlata ad una maggiore probabilità di sviluppare malattie come cancro e diabete e a problematiche a livello cardiovascolare. Preoccupante è, inoltre, l’esposizione da parte delle donne in gravidanza, in quanto il mercurio ha la capacità di attraversare la placenta e accumularsi nei tessuti fetali, rallentandone lo sviluppo cerebrale.
Ma il mercurio non è l’unico elemento a creare danni così importanti! Ci sono, infatti, altri inquinanti che possono accumularsi nel pesce e nei molluschi, a cui è bene prestare attenzione, tra cui:
- Difenili policlorurati (PCBs)
- Clordano
- Diossine
- Diclorodifeniltricloretano (DDT)
- Microplastiche
Oltre al problema della contaminazione e dei danni che provoca a livello della salute del nostro organismo, un altro problema da tenere in considerazione riguarda la sostenibilità. Il consumo di pesce, infatti, non è sostenibile né con la pesca intensiva in mare né con l’allevamento. In aggiunta, l’inquinamento provocato dagli stabilimenti di acquacoltura è ben noto.