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NUTRACEUTICI E COLESTEROLO:

Il colesterolo è una molecola appartenente alla famiglia dei lipidi. Una quota predominante (65-70%),  viene prodotta dal nostro organismo, principalmente dal fegato, e una parte viene assunta attraverso l’alimentazione (25-30%). Fisiologicamente è un componente essenziale per le membrane cellulari e si ritrova anche nella guaina mielinica, importante per la trasmissione neuronale. Il nostro organismo lo utilizza come precursore per la sintesi di molti altri composti, tra i quali la vitamina D, gli ormoni sessuali e quelli corticosurrenali. Nonostante questo ruolo biologico di primo piano, quando il colesterolo è presente nel sangue in concentrazioni superiori alla norma si trasforma in un pericoloso nemico per la salute. Infatti, livelli plasmatici elevati di colesterolo comportano un incremento significativo della mortalità e della morbidità, tanto che l’ipercolesterolemia rientra tra i fattori di rischio cardiovascolari maggiori.

Da quali condizioni può derivare l’aumento di colesterolo?

  • Sovrappeso
  • Dieta sbilanciata
  • Stile di vita sedentario
  • Patologie su base genetica
  • Malattie primarie (scompensi ormonali e insufficienza renale)
  • Combinazione di più fattori di rischio

Come si gestisce l’ipercolesterolemia?

L’approccio terapeutico iniziale prevede l’attuazione di interventi di tipo non farmacologico. Il controllo della colesterolemia è influenzato in modo importante dall’alimentazione, in particolare è necessario diminuire l’apporto di grassi saturi, di acidi grassi “trans” e aumentare l’apporto di fibre alimentari. Anche la prescrizione di un programma di esercizio fisico giornaliero, coerente alle possibilità di svolgimento, si accompagna ad una riduzione più o meno rilevante di colesterolo LDL e ad un effetto complessivamente favorevole su altri fattori di rischio cardiovascolare. Nel caso in cui si renda necessaria una terapia con farmaci ipocolesterolemizzanti, l’intervento sullo stile di vita consente di minimizzare i dosaggi, riducendo i rischi di eventi avversi correlati all’utilizzo dei farmaci. Recentemente, si è diffusa la possibilità di utilizzare nutraceutici. I nutraceutici sono composti bioattivi presenti in determinati alimenti, spesso di origine vegetale o microbica, con effetti positivi sulla salute dell’uomo se assunti in quantità nettamente superiore rispetto a quella presente negli alimenti. Ad oggi, un numero sempre in crescita di nutraceutici con azione ipocolesterolemizzante è presente sul mercato, ma solamente per alcuni di questi la ricerca scientifica ha prodotto evidenze circa l’efficacia attraverso studi di intervento sull’uomo.

Quali sono le classi di nutraceutici più significative?

1) Fibra: la fibra alimentare è costituita dalle parti edibili dei vegetali che non vengono digerite nell’intestino tenue e giungono integre nel crasso. Il suo effetto ipocolesterolemizzante è associato alla viscosità: le fibre formano un gel in acqua che lega gli acidi biliari nell’intestino tenue, aumentandone la loro escrezione attraverso le feci. Dal momento che il colesterolo è un componente importante della bile, l’aumentata escrezione di acidi biliari induce un maggior utilizzo di colestorolo. Maggiore è la viscosità della fibra, più elevato è il suo potenziale di ridurre il colesterolo. Studi osservazionali dimostrano che il consumo abituale di fibra è associato alla riduzione di eventi cardiovascolari. In particolare, l’integrazione dietetica con fibre quali β-glucano d’avena, psyllium, pectine, gomma guar e chitosano, riduce significativamente le concentrazioni di colesterolo LDL in soggetti sani, in pazienti ipercolesterolemici ed in quelli affetti da diabete mellito. Il potenziale ipocolesterolemizzante delle fibre va dal 4% (chitosano) al 14% (gomma guar) in relazione alle dosi utilizzate nei differenti studi.

2)Acidi grassi omega-3: gli acidi grassi a lunga catena, l’acido alfa-linolenico soprattutto, sono definiti essenziali perché l’uomo non è in grado di sintetizzarli.  Esercitano effetti protettivi a livello cardiovascolare coinvolgendo diversi meccanismi. I PUFA rientrano tra i composti per i quali EFSA  ha approvato l’utilizzo di claim di salute associati al profilo lipidico.

3)Riso rosso fermentato: il riso rosso fermentato (RRF) si ricava per fermentazione del lievito Monascus purpureus e contiene una sostanza chiamata Monacolina K, in grado di inibire la HMGCoA reduttasi e quindi la sintesi di colesterolo. Numerosi studi hanno dimostrato l’efficacia nel trattamento di pazienti con ipercolesterolemia lieve o moderata. La riduzione del colesterolo LDL va dal 22 al 32%, in base alla dose giornaliera impiegata.

4)Fitosteroli: i fitosteroli sono composti vegetali bioattivi, con una struttura chimica simile a quella del colesterolo e che sono assorbiti in modo limitato. Il meccanismo alla base del loro effetto ipocolesterolemizzante va ricondotto all’omologia strutturale con il colesterolo. Infatti, competono a livello intestinale con il colesterolo e lo sostituiscono nelle micelle limitandone l’assorbimento. Le evidenze derivate da studi di intervento randomizzati hanno mostrato una correlazione inversa tra livelli di colesterolo LDL e consumo di fitosteroli e che il loro consumo riduce le concentrazioni di colesterolo dell’8-10%, sia nei soggetti sani che in pazienti ipercolesterolemici. Va però sottolineato che un eccessivo consumo di fitosteroli può associarsi ad un deficit nell’assorbimento di vitamine liposolubili. In particolare, l’EFSA raccomanda di non eccedere la dose di 3 g/die.

Cosa ci dice la ricerca in merito ai nutraceutici?

Le ricerche scientifiche più recenti supportano il ruolo dei nutraceutici nella gestione del profilo lipidico, ma solo alcuni composti come i fitosteroli, i beta-glucani da orzo e avena, il riso rosso fermentato e gli acidi grassi polinsaturi possano essere associati a claim relativi al mantenimento o alla riduzione della colesterolemia per delibera dell’EFSA. Il corretto utilizzo dei nutraceutici deriva dalla consapevolezza che il prodotto nutraceutico non va inteso come sostituto del farmaco, ma come vero e proprio supplement da associare al miglioramento dello stile di vita. Per queste ragioni è fondamentale che gli operatori della salute, primi tra tutti medici e farmacisti,  siano a conoscenza degli effetti positivi e negativi dei diversi nutraceutici, ma anche delle caratteristiche intrinseche che li differenziano dai farmaci.