Dopo i 40-50 anni di età si assiste alla comparsa di un processo fisiologico, entro certi limiti, dell’invecchiamento, rallentabile ma non arrestabile: la sarcopenia.
Il termine “sarcopenia” deriva dal greco antico ed è il frutto dell’unione di due parole che significano rispettivamente “carne” (o “muscolo”) e “povertà”. Quindi, il significato letterale di sarcopenia è “povertà di carne” o “povertà di muscolo”.
La perdita di massa muscolare, la riduzione di forza muscolare e di performance fisica, infatti, sono le caratteristiche che la contraddistinguono. Tutti questi fattori comportano la comparsa di diversi sintomi, quali:
- senso di debolezza,
- perdita di resistenza,
- instabilità posturale,
- andatura rallentata,
- difficoltà nello svolgere le normali attività quotidiane come salire o scendere le scale,
- alterazione della termoregolazione,
- modificazione dell’omeostasi glucidica
- riduzione della produzione basale di energia.
Tale condizione è dovuta a modificazioni della composizione corporea che si verificano con il passare degli anni, specie in presenza di cause avverse come:
- condizioni di sedentarietà o allettamento
- tumori, patologie infiammatorie o endocrine
- carenze nutrizionali per diete inadeguate
- malassorbimento
- patologie gastrointestinali o disturbi alimentari
Esse provocano, inoltre, un indebolimento della massa muscolare dovuta a una diminuzione delle fibre muscolari che vengono sostituite da tessuto adiposo e fibroso.
La sarcopenia, quando è particolarmente accentuata, diventa una condizione patologica ed è la principale causa di invalidità e debolezza nell’anziano con compromissione della qualità della vita; aumenta il rischio di cadute e la loro gravità e accentua l’osteoporosi.
Escluse patologie che possono favorirne evoluzione e decorso, a sfibrare i muscoli sono soprattutto fattori esterni, in particolare risorse alimentari sbagliate, cioè carenti di proteine invece essenziali nell’anziano.
Per evitare tale situazione, infatti, sarebbero necessarie almeno 0,8-1,2 grammi di proteine quotidiane per chilo di peso corporeo, come dimostra il Progetto Sprintt, una soglia che raramente viene rispettata. In particolare, l’apporto proteico giornaliero andrebbe distribuito durante i tre pasti, accompagnato da un’assunzione corretta di aminoacidi a ogni pasto, al fine di riattivare la sintesi proteica a livello muscolare.
Una dieta nutriente over 65 dovrebbe sempre prevedere l’apporto di fibre, proteine di varia natura (derivanti sia da animali terrestri che marini sia da vegetali), fitosteroli e polifenoli, aminoacidi, acidi grassi essenziali (acido linolenico e linoleico), antiossidanti, omega-3, sali minerali e vitamine, coenzima Q10, steroli, selenio, acido folico e ferro, insieme a supplementi proteici e a integratori specifici suggeriti dal medico di riferimento o dallo specialista.
Il ruolo degli acidi grassi essenziali accanto a quello degli amminoacidi essenziali è fondamentale. Gli acidi grassi essenziali, infatti, quali l’acido alfa linolenico e l’acido linoleico sono così definiti in quanto il nostro organismo non è in grado di produrli; quindi l’unico modo per assumerli è introdurli attraverso l’alimentazione e la supplementazione. Sono essenziali nel determinare il benessere del nostro organismo ed in particolare la qualità della vita. Accanto a ciò, poi, andrebbero affiancati altri tipi strategici di intervento, come quelli basati sull’esercizio di resistenza sotto la supervisione del medico al fine di migliorare la forza e le performance fisiche. In realtà, il moto, se praticato tutti i giorni, in particolare negli anni d’argento, svolge sia una funzione preventiva sia terapeutica.
Capiamo quindi come l’esercizio fisico e un’adeguata supplementazione nutrizionale, ricordando di assumere 25-30 g di proteine con aminoacidi essenziali ad ogni pasto e acidi grassi a lunga catena della serie omega 3, siano i metodi primari nel trattamento della sarcopenia.