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Dieta vegana nel bambino: è una scelta consapevole?

Ormai è noto a tutti quanto l’alimentazione svolga un ruolo fondamentale nella vita presente e per quella futura, essendo il nostro strumento quotidiano di prevenzione primaria.
Proprio per questo motivo, la Società Italiana di Nutrizione Umana ha stabilito delle linee guida sui nostri fabbisogni di energia e di marco-micro nutrienti, tenendo conto anche di alcuni fattori:

  • l’età
  • il sesso
  • l’attività fisica

In questo senso, la nostra Dieta Mediterranea rappresenta un esempio concreto del rispetto di tali linee guida.
Esistono poi altri stili alimentari, come il vegetarianesimo, adottato da molti consapevolmente come scelta di salute o etica nei confronti di animali e ambiente; da altri, invece, è visto quasi come una tendenza o moda, specie nella sua forma più radicale che si identifica col veganesimo. Ad oggi, purtroppo, è presente ancora molta disinformazione sul tema: non basta, infatti, astenersi dal mangiare carne e pesce o da tutti i derivati animali per poter affermare di mangiare sano. I nostri fabbisogni vanno rispettati: è fondamentale conoscere bene le proprietà e i valori nutrizionali del cibo per avere un’alimentazione sana ed equilibrata.
Con una dieta vegetariana è più semplice non incorrere in carenze, ma è facile incorrere in errori come un consumo eccessivo di carboidrati o latticini; mentre in una dieta vegana è strettamente necessaria una supplementazione di vitamina B12. Perciò è fondamentale che una scelta dietetica di questo tipo abbia basi solide di corrette informazioni e una giusta prudenza, specie quando questo tipo di restrizioni si applicano all’alimentazione dei bambini.

Attenzione ai primi sei anni vita!

In genere diete restrittive come quelle vegetariane o vegane, per le loro caratteristiche di esclusività e rigidità, non sono raccomandate in età pediatrica perché non forniscono al bambino tutti i nutrienti di cui ha bisogno per la crescita. In particolare, i bambini, almeno nei primi sei anni della loro vita, non dovrebbero mai fare a meno dei derivati di origine animale!
È fondamentale, in un momento delicato come quello della crescita, definire in modo preciso il modello alimentare da seguire, in modo tale da poter comprendere gli eventuali rischi e gli interventi necessari per correggere possibili deficit/squilibri nell’assunzione alimentare.

I bambini la cui famiglia segue una dieta vegetariana o vegana sono abitualmente nutriti seguendo gli orientamenti alimentari dei genitori. Va ricordato, però, che l’età evolutiva è caratterizzata dall’accrescimento e dallo sviluppo psicomotorio che pongono problemi nutrizionali specifici per le varie età del bambino e in particolare l’assenza di alimenti di origine animale pone alcuni problemi che vanno affrontati e opportunamente risolti. Lo stretto monitoraggio del pediatra, pertanto, in questi casi diventa fondamentale e imprescindibile.

L’adozione di una dieta vegana, in particolare quando seguita senza controllo medico, espone il piccolo consumatore a una carenza diffusa di nutrienti. Nello specifico: vitamina B12, calcio, zinco e proteine nobili (quelle in grado di apportare tutti gli amminoacidi essenziali).
Questi deficit nutrizionali espongono i nostri bambini a problemi di salute molto rilevanti: dallo sviluppo di un apparato scheletrico a bassa densità al rischio di disordini neurologici irreversibili. Non a caso si è evidenziato che i bambini vegani siano più magri e più piccoli rispetto ai coetanei onnivori.

La lacuna più rilevante rischia di essere quella della vitamina B12: essenziale per la creazione del Dna che deve essere contenuto nelle nuove cellule, oltre che per un regolare sviluppo del sistema nervoso centrale e delle cellule del sangue.