Molto spesso si sente parlare di omega-3 in termini troppo generali, purtroppo creando frequentemente confusione. Si fa infatti riferimento solo ad alcune specifiche molecole, ad esempio EPA o DHA, come se fossero le uniche di tutta la serie omega-3.
Il primo elemento che bisogna considerare è relativo al fatto che non tutti gli omega sono uguali.
Già dal punto di vista della classificazione, infatti, possiamo fare una distinzione: l’acido alfa linolenico (ALA) è un acido grasso essenziale, che può essere introdotto nel nostro organismo solo tramite la dieta, in quanto non sintetizzabile dall’organismo umano e precursore di tutti gli omega 3.
L’acido eicosapentaenoico (EPA) e l’acido docosaesaenoico (DHA), per contro, sono acidi grassi polinsaturi appartenenti alle serie omega 3 prodotti a partire dal loro precursore ALA.
La loro diversa classificazione trova riscontro anche nel loro differente profilo di sicurezza. L’acido alfa linolenico, infatti, in quanto essenziale, non provoca effetti collaterali, poiché la quota di ALA che non è metabolizzata per produrre i suoi derivati è ossidata per produrre energia. Inoltre non sembra aver interazioni con altri farmaci in quanto non interferisce con le isoforme più comuni che si occupano del metabolismo di questi ultimi.
EPA e DHA, invece, interagiscono con i farmaci anticoagulanti, esponendo a un possibile rischio emorragico coloro che associano tale terapia farmacologica con l’integrazione di queste sostanze. Ciò avviene in quanto tali molecole, attraverso la produzione di loro derivati denominati prostaglandine, prostacicline e trombossani, intervengono nella cascata della coagulazione prolungando le tempistiche di tale processo fisiologico.
Un ulteriore elemento da tenere in considerazione è relativo al fatto che ALA, a differenza di EPA e DHA, è coinvolto in numerosi processi che avvengono nel nostro organismo ed in particolare in quelli infiammatori. Agisce sulla sintesi di molecole coinvolte in tali processi, come alcune interleuchine, molecole di adesione endoteliale o cellule reclutate durante l’infiammazione, diminuendone la loro produzione.
Così come presentano caratteristiche diverse in merito alla classificazione, profilo di sicurezza e coinvolgimento nei processi fisiologici, lo stesso vale per le fonti alimentari da cui derivano.
L’acido alfa linolenico è contenuto in alimenti di origine vegetale. In particolare lo troviamo in quantità significative nella porzione grassa dei semi, che risulta essere più abbondante in quelli oleosi o nel germe degli stessi.
EPA e DHA, invece, hanno derivazione marina. Cibi ricchi in queste sostanze sono quelli derivanti dalla pesca, in particolare il pesce azzurro, il loro fegato, krill e le alghe.
Ciò che dobbiamo ricordare, però, è che gli organismi marini, specie quelli di grosse dimensioni, come il tonno o il salmone, sono soggetti a inquinamento ambientale da metalli pesanti come il mercurio o diossine, oltre a non essere eco-sostenibili.
Così come per la scelta delle fonti alimentari, per le quali sarebbe meglio optare per cibi meno contaminati, lo stesso vale anche per gli integratori alimentari.
È preferibile, infatti, scegliere integratori di omega-3 di origine vegetale, che a differenza di quelli di derivazione ittica garantiscono una migliore compliance in quanto, non avendo quel retrogusto che quasi tutti voi conoscerete, non provocano reflusso. Inoltre, permettono di integrare gli acidi grassi essenziali che sono fondamentali per la salute del nostro organismo.