Giovanni ha 8 anni e frequenta la classe terza della scuola primaria.
È stato segnalato dalla scuola, poiché crea molte difficoltà in classe: in particolare le insegnanti riferiscono che il bambino è sempre irrequieto e questo non permette lo svolgimento sereno della lezione. Fatica a rimanere seduto, si alza e gira libero per la classe distraendo gli altri compagni. Quando finalmente riesce a sedersi, ha bisogno di giocherellare con le mani o muovere le gambe. Inoltre, ha bisogno di giocare con gli oggetti e lasciarli cadere sul pavimento. Fa fatica a rispettare i turni della conversazione e agisce spesso in modo avventato.
Anche da piccolo Giovanni era molto irrequieto: aveva scambiato il giorno per la notte. Faceva fatica ad addormentarsi e anche a svegliarsi. Di fronte alle frustrazioni reagiva con rabbia. Potrebbe essere ADHD?
Il Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività, ADHD (acronimo inglese per Attention-Deficit Hyperactivity Disorder) è un disturbo dello sviluppo neuropsichico del bambino che si manifesta in tutti i suoi contesti di vita, i cui sintomi cardine sono: inattenzione, impulsività e iperattività.
Per quanto riguarda la disattenzione, è uno dei principali sintomi dell’ADHD e si manifesta con questi sintomi:
- hanno difficoltà a mantenere un’attenzione focalizzata su un compito od oggetto in modo continuativo
- sono catturati da tantissimi stimoli, anche banali
- nello svolgere compiti scolastici e attività quotidiane, anche sportive, appaiono disordinati e disorganizzati (la sequenzialità e la finalità dei gesti è alterata o interrotta)
- interrompono facilmente le attività iniziate
- evitano molte attività perché richiedono loro sforzo cognitivo: possono sembrare molto pigri
Per quanto riguarda l’iperattività sono bambini:
- che si muovono in continuazione e sono incapaci di stare fermi
- i loro movimenti possono essere scoordinati, non finalizzati
- fanno giochi rumorosi e disorganizzati
- parlano moltissimo
Per quanto riguarda l’impulsività sono bambini:
- che hanno estrema difficoltà a controllare il loro comportamento
- procedono per risposte automatiche che non riescono a bloccare
- sono reattivi invece che riflessivi
- hanno difficoltà a rispettare il proprio turno
- hanno la tendenza a interrompere gli altri
- non riescono a riflettere e prevedere le conseguenze di un’azione
- si possono mettere in situazioni pericolose, perché non riescono a immaginarne il pericolo
Il dibattito sull’origine dell’ADHD è attualmente piuttosto controverso: si fa riferimento a cause genetiche ed ambientali. Tra queste molte hanno a che fare con l’inquinamento ambientale, lo stile di vita ed anche, non meno importante, il tipo di dieta seguita.
In questi bambini, sono state spesso evidenziate intolleranze alimentari e disbiosi intestinale.
Alcuni nutrienti e vitamine, infatti, hanno un effetto preciso sul livello dei neurotrasmettitori e quindi sulla trasmissione ed attivazione di varie aree cerebrali; per esempio studi hanno evidenziato correlazioni dei sintomi con diete carenti di ferro, magnesio, zinco e con eccesso di zuccheri ed additivi (coloranti, conservanti) e carenti di omega-3.
A volte la sintomatologia sembra migliorare apportando significativi cambiamenti nella dieta. Alcuni studi hanno, in particolare, posto l’accento sul metabolismo dei fosfolipidi: maggiore è la carenza di omega-3, peggiore è la sintomatologia.